Il Parco Archeologico di Cuma

Dove abita la Sibilla

Parco Archeologico di Cuma
Parco Archeologico di Cuma

Scopri Cuma, la parte più antica dei Campi Flegrei, la prima colonia greca in Italia

Cuma è il luogo più antico di tutta la zona dei Campi Flegrei. Qui i Greci sbarcarono ancora prima di fondare Pozzuoli, nel 730 a.C.

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Durante il V secolo divenne  in poco tempo una importante cittadina commerciale, e meta di importanti rotte mercantili. Oggi visitare il Parco Archeologico di Cuma è come fare un tuffo nel passato tra secoli di storia che qui sono perfettamente conservati.

Esplorando il Parco di Cuma si incontra l’Acropoli, la parte alta dell’antica città, con il Tempio di Giove e il Tempio di Apollo; e una parte della città bassa, dove si trovano il Foro e la Grotta della Sibilla.

Il Foro- il Capitolium e le Terme
Il Foro- il Capitolium e le Terme

Il Tempio di Apollo conserva oggi il podio e alcuni elementi di un rifacimento romano durante l’età augustea. Visibili sono anche i segni del battistero ottagonale della chiesa paleocristiana.

Tempio di Apollo - Cuma
Tempio di Apollo - Cuma

Il Tempio di Giove conserva, invece, molto meno. Si identificano appena i resti dell’età più antica mentre sono meglio documentate le fasi dell’età romana e della chiesa paleocristiana.

Tempio di Giove - Cuma
Tempio di Giove - Cuma

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Antro della Sibilla

Ma Cuma è nota soprattutto per essere la dimora della Sibilla Cumana. Qui si trova il famoso Antro della Sibilla, luogo intriso di fascino e di mistero. Si tratta di una galleria di circa 130 metri che culmina in una camera con soffitto a volta dove la leggenda racconta che la Sibilla consegnava le lettere di Apollo.

Antro della Sibilla
Antro della Sibilla

Ma chi era davvero questa donna?

La Sibilla Cumana era una giovane vergine, che aveva ricevuto il dono di prevedere il futuro, e lontano dalla città, si ritirava in grotte e antri per esercitare la sua arte divinatoria. Il suo antro destava timore e inquietudine. Fiaccole poste ai lati della galleria illuminavano il cammino per raggiungere il centro della stanza dove la si incontrava. Qui venivano sentiti i desiderosi che cercavano risposte. Così, successivamente al compimento di un rito, la sacerdotessa interpellava l’oracolo ed emetteva l’esito delle richieste su delle foglie che poi, volavano via dal vento.

Antro della Sibilla - interno
Antro della Sibilla - interno

Di questa deliziosa fanciulla si innamorò perdutamente il Dio Apollo che in cambio del suo amore le promise di esaudire qualunque desiderio. La giovane chiese l’immortalità, dimenticandosi però di chiedere  anche la giovinezza.

Coi secoli, quindi, la Sibilla invecchiò fino a diventare piccola e raggrinzita. Apollo così la pose in una piccola gabbietta nell’Antro per preservarla, finché di lei, non rimase altro che la sua voce. In questo affascinante posto, a Cuma, Virgilio fa arrivare Enea, il progenitore del fondatore di Roma. Enea arriva a Cuma proprio per incontrare la Sibilla e farsi guidare nell’aldilà, nel misterioso mondo dei morti.

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